Greenwashing - Equo Garantito

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Attenzione all’ambiente e buona reputazione: quando la sostenibilità non è un’opinione

Non è la prima volta che parliamo di greenwashing o socialwashing. È certamente un tema a noi molto caro, in qualche modo il fil rouge della nostra comunicazione da un anno a questa parte. Puoi fidarti, è Equo Garantito, infatti, non è per noi solo uno slogan. È l’idea che un mondo più giusto si costruisca tutti insieme, a partire dai consumatori e dalle consumatrici che ogni giorno con le proprie scelte di acquisto possono fare davvero la differenza. A partire – è la nostra proposta – dal Commercio Equo e Solidale.

Scelte importanti che pure passano per una maggiore attenzione a tutte quelle aziende che, in tutto il mondo e sempre più spesso, riempiono le pagine e gli spazi pubblicitari più costosi e visibili per affermare la propria sostenibilità, la massima attenzione all’ambiente, le proprie pratiche etiche. Un po’ come se il rispetto per la natura e per le persone fosse un’opinione come un’altra, non un fatto da dimostrare concretamente.  

E infatti, invece di dare sostanza a vuoti proclami si comincia ad assistere ad un fenomeno diametralmente opposto: abbassare i toni, evitare di dichiararsi troppo green o troppo social, per non incorrere in scomode sanzioni.

Il greenwashing nel 2022

Lo scorso dicembre Eco business, un media indipendente con sede a Singapore, ha scoperto e analizzato alcuni clamorosi casi di greenwashing del 2022, in aumento rispetto all’anno precedente. A questo link l’interessante articolo in inglese.

Valori.it – notizie di finanza etica ed economia sostenibile, strumento di informazione della Fondazione Finanza Etica ha ripreso l’articolo, evidenziando come “fare greenwashing stia diventando sempre più rischioso per aziende e organizzazioni”. La strategia di comunicazione verde, infatti, se da un lato mira a costruire nell’opinione pubblica un’immagine ingannevolmente positiva di un’azienda rispetto al suo impatto sull’ambientale e sulle persone per trarre – anche da ciò – maggiori profitti, dall’altro rischia di essere sconfessata. Come si legge nell’articolo tradotto da Valori.it, nel 2022 “molti brand hanno dovuto affrontare azioni legali per aver esagerato o falsificato le proprie credenziali di sostenibilità”. Segno, quindi, che l’attenzione di chi definisce le regole ma anche e soprattutto di chi compra un prodotto invece che un altro sono di fondamentale importanza.

Non tutti, sia chiaro, per evitare multe e grattacapi hanno scelto di fare un passo indietro o, più auspicabilmente, hanno optato per un approccio di impresa seriamente improntato alla sostenibilità sociale e ambientale. Analizzando, infatti, i messaggi e la comunicazione di alcune grandi imprese internazionali – da gruppi bancari all’ambito sportivo, dal comparto dei combustibili fossili alla moda fast – Eco business ha trovato ben 18 casi…e molti altri se ne potrebbero citare.

Tocca anche a noi smascherare chi crede che la responsabilità sociale e ambientale siano solo un’opportunità in più per lucrare. I nostri comportamenti virtuosi e le nostre decisioni di premiare quelle aziende che realmente possono dimostrare ciò che dicono di fare possono trasformare tante piccole gocce in un mare, magari equo e solidale.


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