COP27: Non c'è più tempo - Equo Garantito

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COP27: Non c’è più tempo, non c’è giustizia climatica senza giustizia economica

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COP27: non c’è più tempo! Si aprirà il prossimo 6 novembre a Sharm-el-Sheikh in Egitto la COP27, la 27a Conferenza sul clima. Politici, diplomatici e delegati nazionali, ormai come in un rituale che si ripete ogni anno, presenteranno i loro impegni e si confronteranno con attori non statali, purtroppo principalmente rappresentanti aziendali dell’industria dei combustibili fossili. Sebbene siano in inferiorità numerica, anche le organizzazioni della società civile e i difensori dell’ambiente faranno sentire la loro voce.

La COP27

Per i meno informati, COP sta per “Conferenza delle Parti”, e si rivolge genericamente a ogni comitato creato per dare seguito all’attuazione di un trattato internazionale. Tuttavia, ora è per lo più associato al Comitato dei Paesi firmatari creato dopo l’adozione della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) nel 1992.

L’edizione di Sharm-el-Sheikh

La #COP27, quindi, sta per iniziare anche se, ormai, le aspettative non sono particolarmente ambiziose. D’altra parte, la società civile e – più specificamente – il movimento del Commercio Equo e Solidale si stanno preparando per alcune azioni impegnative e cruciali sul futuro dell’impatto umano (e della vita) in un clima che cambia.

Una transizione giusta ed equa è la sfida più grande in gioco

La Conferenza di quest’anno si concentrerà probabilmente su piani di attuazione più solidi. Auspicabilmente si discuterà di interrompere immediatamente i sussidi per l’industria dei combustibili fossili e reindirizzare il volume e la portata di tali flussi finanziari verso fonti di energia rinnovabili e meno impattanti. Anche le azioni di risarcimento e compensazione (cosiddette “perdite e danni”) saranno un tema centrale e di confronto. Questo perché i Paesi più poveri e che meno contribuiscono ai cambiamenti climatici sono invece spesso quelli più colpiti dai loro effetti. Lo sanno bene le organizzazioni di Commercio Equo e Solidale che in Africa, Asia e America Latina sono costrette a fronteggiare, ormai quotidianamente, l’impatto disastroso del clima che cambia.

Il Position Paper del Commercio Equo e Solidale

Come affermato nel Position Paper congiunto, il movimento del Fair Trade richiede una protezione governativa più forte per le piccole e medie imprese (PMI), grazie alle loro azioni sul clima e al ruolo di pionieri per una nuova economia sostenibile. Il Commercio Equo e Solidale ha dimostrato, in oltre mezzo secolo di attività, che è possibile realizzare modelli di business alternativi. Modelli che promuovono l’efficienza energetica e la transizione verso le energie rinnovabili. Per farlo occorre rafforzare la capacità della comunità e relazioni di genere eque, ripristinano la salute del suolo e proteggono gli habitat naturali.

Le imprese del Fair Trade lo hanno fatto attraverso un lavoro incessante, responsabilità condivisa e partenariati che hanno consentito loro di sostenere la concorrenza sleale sui mercati internazionali. Eppure, è giunto il momento che ottengano il dovuto riconoscimento e supporto.

COP27: non c’è più tempo!

Non bastano le compensazioni di carbonio! Una nuova economia è necessaria e non più procrastinabile. Un’economia equa che abbia al centro i titolari dei diritti (non gli azionisti). Una transizione giusta e una giustizia ambientale non possono essere raggiunte senza ripensare le catene del valore (inter)nazionali e le politiche commerciali. Non c’è più tempo. Ricorderemo alle Parti della Conferenza che se i diritti umani e ambientali non sono negoziabili, l’attuale status quo deve essere cambiato immediatamente. Non c’è giustizia climatica senza giustizia economica.

LEGGI L’ARTICOLO DEL MOVIMENTO INTERNAZIONALE DEL COMMERCIO EQUO E SOLIDALE (IN INGLESE)

SCARICA IL POSITION PAPER (IN INGLESE)