L’invasione militare dell’Ucraina da parte della Russia, al di là di una condanna ferma e chiara per tutte le guerre a qualunque latitudine, è un’occasione per riflettere sul ruolo delle imprese in zone di conflitto, a partire da quanto previsto nei Principi Guida dell’ONU su Imprese e Diritti Umani (2011) e nel recente contesto della proposta di Direttiva europea sulla Due Diligence.
Impresa 2030, la campagna italiana per un’efficace Direttiva europea sulla Dovuta Diligenza a cui Equo Garantito aderisce, approfondisce il tema sul blog che vi invitiamo a leggere, grazie ad un interessante contributo di Marco Fasciglione, ricercatore di diritto internazionale e tutela dei diritti umani del CNR.
Il ruolo delle imprese in zone di conflitto
Le imprese non sono esenti da responsabilità e la loro attività (o la decisione di non operare in zone di conflitto) può configurarsi come complicità, diretta o indiretta, delle violazioni dei diritti umani o del diritto internazionale umanitario (ad esempio, crimini di guerra).
Si parla, infatti, del dovere da parte delle imprese di esercitare in tali situazioni una dovuta diligenza “rafforzata”, per accertare l’assenza di complicità in violazioni dei diritti umani che possano essere compiute nel quadro delle operazioni militari adottando le misure preventive, di mitigazione e rimediali eventualmente necessarie.
Le implicazioni e le potenziali azioni da intraprendere sono numerose. Centrale, dal nostro punto di vista, resta il ruolo delle imprese. Non semplici spettatori o attori economici ma possibili parti in causa, con tutto ciò che ne consegue. E, come tali, con una responsabilità che come consumatori responsabili non possiamo non fare emergere, ogni volta che pratichiamo le nostre scelte di acquisto. Non sottovalutiamo il rischio reputazionale che sempre più imprese misurano nel loro operato, sotto la lente di ingrandimento della società civile e dell’opinione pubblica.
Il Commercio Equo e Solidale dalla parte della pace
Per il nostro auspicio di Pace, prendiamo in prestito le parole di Gianni Rodari e la sua poesia “21 marzo”, con la speranza che le rondini tornino presto a volare.
La prima rondine venne iersera
a dirmi: “È prossima la Primavera!
Ridon le primule nel prato, gialle,
e ho visto, credimi, già tre farfalle”.
Accarezzandola così le ho detto:
“Sì è tempo, rondine, vola sul tetto!”
Ma perché agli uomini ritorni in viso
come nei teneri prati il sorriso
un’altra rondine deve tornare
dal lungo esilio, di là dal mare.
La Pace, o rondine, che voli a sera!
Essa è per gli uomini la primavera.
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